Truffe arredamento: mancata consegna mobili? Come difendersi

NEGOZIO ARREDAMENTO ONLINE

Le truffe son sempre dietro l’angolo: non si può stare tranquilli neanche quando si acquistano mobili per la propria casa: non sempre un negozio arredamento online equivale a una truffa per il cittadino, ma ha diritto di sapere cosa fare se i mobili vengono ordinati ma mai consegnati a destinazione.

Truffe arredo, difendersi dai raggiri

Il mercato della vendita di arredamento è uno dei settori in cui l’Unione Nazionale Consumatori è più impegnata, in quanto gli sportelli dislocati in ogni parte d’Italia ricevono un folto numero di reclami da parte dei cittadini che,  per necessità di arredare casa, ordinano divani, cucine, camerette e mobili di ogni tipo per poi ritrovarsi con un pugno di mosche. È da premettere che non si vuole fare terrorismo sugli e-store online di mobili e arredamento, anzi: il negozio arredamento online Arredamento Pari ha una solida reputazione e soprattutto ha la sede centrale a Rimini e show room in cui si possono visionare e soprattutto toccare con mano i pezzi di arredo realizzati da artigiani italiani, una vera e propria espressione del Made in Italy. Il modus operandi di queste truffe può cambiare, ma il risultato no: dopo l’ordine, il cliente attende invano la consegna e non si sa dove siano finiti gli arredamenti ordinati e mai consegnati.

Crisi e fallimento mobilifici

In realtà, non tutte sono vere e proprie truffe: la trasmissione televisiva Mi Manda Rai3 si è soffermata sulla questione dopo che alcuni cittadini raggirati hanno denunciato la mancata consegna dell’arredamento ordinato. Tuttavia,  chi lavora nella trasmissione ha evidenziato che la tendenza si  è sviluppata maggiormente negli ultimi anni in quanto la crisi economica ha messo in seria difficoltà molte imprese italiane. Spesso si tratta di piccole aziende che non riescono ad onorare i contratti, ma alcuni truffano apposta i clienti nonostante il mobilificio navighi in cattive acque. In pratica, dopo aver ricevuto un numero consistente di ordini con relativa caparra, dopo aver incassato i soldi, i titolari chiudono l’attività dichiarando fallimento.

I clienti chiedono a gran voce come capire le truffe e soprattutto come difendersi da esse. La prima cosa da fare è distinguere le offerte sospette sul mercato. La concorrenza è spietata, è vero, e spesso le aziende usufruiscono anche di call centre per attirare le potenziali vittime, ma quando il mobilificio in questione decide di investire in delle campagne pubblicitarie aggressive mediante cartelloni in strada, con telefonate, con volantini e soprattutto lasciando dépliant nella cassetta delle lettere, allora gatta ci cova. Sicuramente ci sarà scritto “vendita sottocosto”, o “chiudiamo tutto sconti dell’80%”,” liquidazione totale”, “vendita all’ingrosso”  e così via. Ma potrebbe essere una strategia di marketing comune anche a quelli più onesti. Non è normale invece che l’operatore metta fretta ai potenziali acquirenti con la scusa delle promozioni a tempo limitato e per fermare il vantaggio ci vuole il versamento di una caparra, una somma di denaro a garanzia dell’ordine.

Truffe mobili, come difendersi

La miglior cosa da fare è individuare il venditore e verificare, tramite la Camera di Commercio, da quanto tempo la ditta è sul mercato, mentre Internet può aiutare a scovare eventuali feedback positivi e negativi. In caso si arrivi al contratto, è bene mettere una clausola completa di un termine per la consegna dell’arredamento: oltre tale data, il contratto si intenderà risolto.

Argomento caparre: il 30% sul totale dell’ordine è da considerarsi già una truffa. In tal caso, meglio sottoscrivere una caparra piuttosto che un acconto, in quanto in questo modo si può richiedere indietro il doppio in caso di inadempimento del venditore. Pagare sempre con un metodo tracciabile, ma per chi vuole più garanzie è bene sottoscrivere un finanziamento. Questo perché, qualora il venditore dichiari fallimento, il consumatore può interrompere il pagamento delle rate e addirittura recuperare quelle già versate.